
Innanzitutto desidero ricordare che uso il termine cibernetica per indicare l’insieme delle discipline che in qualche modo vengono applicate al trattamento di grandi masse di dati (AI, Big Data, Predictive Analytics, Machine Learning, ecc.) per apprendere dai dati le sequenze di azioni che hanno determinato i comportamenti di eccellenza eseguite dagli individui, nel passato o nella presente attualità, sia per prendere decisioni che per esercitare le proprie scelte in totale autonomia di giudizio.
Si tratta SEMPRE di eventi che non hanno esiti predefiniti (altrimenti ci pensa l’informatica tradizionale) e quindi di eventi che comprendono una componente razionale unita alla componente emotiva dell’individuo attivata a sua volta da fattori aleatori e personali quali lo stato di urgenza, la cultura, i livelli di conoscenza posseduti nel caso specifico, le proprie inclinazioni, in sostanza il nostro “essere umani” alle prese con le decisioni.
Non è quindi pensabile che un sistema cibernetico possa essere in grado di sostituire l’essere umano anche dopo che vi sia stato un investimento di proporzioni stratosferiche sullo specifico argomento.
Si pensi allo stato dell’arte circa la guida autonoma dei veicoli con molte decine di miliardi di dollari investiti solo su questo argomento, con risultati tecnicamente attendibili ma ancora distanti da un’accettazione incondizionata da parte delle Compagnie di assicurazioni. Ad esempio in caso di incedente mortale, dovendo escludere il conducente che non c’è, la colpa è del programmatore che ha scritto l’algoritmo o della strutturale imprecisione dello stesso o della casa costruttrice che ha venduto il veicolo?).
L’ Istituzione Finanziaria non fa altro che tentare di gestire al meglio il rischio proprio e quello dei propri clienti onde evitare che un numero di errori elevato pregiudichi addirittura la propria sopravvivenza. Ci si rende conto quindi dell’enorme complessità che si pone nel tentativo di realizzare un sistema cibernetico per automatizzare le migliaia di processi decisionali effettuati ogni giorno nel Financial Risk Management di ogni Istituzione.
Tra l’altro il Rischio non esiste, esistono solo i microrischi che lo compongono .
Questo fatto genera delle conseguenze molto importanti se tentiamo di razionalizzarne l’essenza del financial risk come farebbe un “attuario” prestato dalle assicurazioni all’ambiente del lending.
Innanzitutto quanti e quali sono i microrischi del rischio di credito nel caso di un affidamento? E come si modificano in relazione alle diverse classi di rischio quali la dimensione dell’impresa, il settore di mercato, i vari indicatori quantitativi dei bilanci, ecc.? E quali sono effettivamente le classi di rischio da prendere inconsiderazione?
Inoltre quali sono le variabili da prendere in considerazione per ogni microrischio per accertarne la sue “pericolosità” futura o imminente? . Quali sono i segnali premonitori di un microrischio imminente? Come comportarsi in presenza di diversi livelli di pericolosità?
Poichè le Istituzioni Finanziarie sono più antiche delle Compagnie di Assicurazione è chiaro che tutte questa enorme variabilità sia stata in qualche modo gestita con successo con approcci diversi dall’attuario affidandosi all’esperienza degli individui ed alla stabilità secolare del mercato, anche se le recenti vicissitudini nazionali ed internazionali hanno mostrato defaillances significative ed una instabilità considerevole.
Senza predizione, il futuro è lo specchio del passato nel bene e nel male e nei periodi di instabilità si possono commettere molti errori di proiezione.
La cibernetica si propone in questo scenario come uno strumento “strategico” nella capacità di tradurre in real-time i dati (sia passati che degli eventi in corso di accadimento) in viste sintetiche filtrate dai comportamenti di eccellenza del passato, da sistemi di predizione nonchè dalle norme e procedure interne della Istituzione a supporto dei processi decisionali degli individui preposti a questi compiti.
Una struttura FINTECH non è quindi un sistema applicativo che funziona da “bacchetta magica”, ma è una complessa struttura tecnico organizzativa riprogettata progressivamente sull’esistente per la gestione del Credit Risk Management con il fine di trarre benefici da un nuovo contesto facilitante con il supporto di una tecnologia dell’informazione sempre più complessa e che opera simultaneamente su diversi strati sia tradizionali che cibernetici.
Empowering, not replacing people torna di nuovo alla ribalta prepotentemente.