
L’idea rivoluzionaria che definisce i confini dell’era moderna con il passato è la padronanza del rischio con la nozione che il futuro è molto più che qualcosa “nelle mani di Dio” e che gli esseri umani non sono totalmente passivi di fronte agli eventi.
Fino a quando gli esseri umani non hanno scoperto il modo di attraversare questi confini, il futuro era solo lo specchio del passato od il torbido dominio di oracoli od indovini che pretendevano di avere il monopolio sulla capacità di anticipare gli eventi futuri.
E poi vennero gli attuari delle Compagnie di assicurazione che iniziarono a scomporre il rischio in microrischi ed a provare a gestirli tutti.
Il Rischio infatti è un concetto astratto che implica un danno conseguente ad un evento. La valutazione del danno e della eventualità di accadimento si concretizzano caso per caso come la somma dei danni valutabili per i singoli microrischi per i quali si ha la possibilità di fare una valutazione delle probabilità di accadimento.
Purtroppo la mansione di attuario non si è propagata all’infuori delle assicurazioni con le conseguenze di una grande disomogeneità temporale e territoriale nella definizione e gestione dei microrischi, soprattutto nelle Banche e nelle migliaia di decisioni prese ogni anno circa gli affidamenti concessi alla clientela.
E poi venne la cibernetica con le tecniche di Predictive Analytics,
autentiche “attuari” virtuali, capaci quindi di analizzare gli eventi passati e presenti (Big Data) per realizzare il Profilo di Rischio e quindi di
• scomporre un Rischio nei vari microrischi associati ad esso,
• valutare la frequenza e la probabilità degli eventi negativi,
• migliorare costantemente con l’uso e l’osservazione del comportamento effettivo degli utenti.
E poi venne la cibernetica con le tecniche di cattura e gestione del Knowledge di eccellenza da ridistribuire agli utenti, da Aosta a Trapani tutti hanno la stessa capacità di accesso al knowledge di eccellenza disponibile in quel momento.
E poi venne la cibernetica con i sistemi di Predittività Probabilistica con simulazione delle scelte per consentire all’utente di
- affacciarsi ad una finestra cibernetica sul futuro nel medio termine della propria impresa,
- studiare le diverse alternative con sofisticate tecniche di predittività,
- verificare in vitro gli effetti negli anni delle diverse alternative di gestione,
- scegliere la strada più efficace e con il minor rischio di insuccesso,
- definire le regole di eccellenza per il comportamento dei propri collaboratori da immettere nel sistema cibernetico a sostegno dei processi decisionali di tutti gli utenti.
E poi venne la cibernetica con i sistemi di Machine Learning
per catturare le preziose informazioni sui comportamenti del singolo cliente e spingere il rapporto ad una personalizzazione che ne soddisfi le esigenze od addirittura le anticipi per creare una barriera impenetrabile nei confronti della concorrenza.
E poi vennero le imprese “cibernetiche” per le quali la più prestigiosa società di consulenza del mondo McKinsey and Company pubblica un articolo dal titolo Catch them, if you can…. usando un’espressione tipica delle competizioni ciclistiche per sottolineare il risultato di un’indagine effettuata recentemente dove è emerso che chi ha investito in applicazioni cibernetiche (AI, BI, ML, PA, Big Data, ecc. astruse sigle di questa nuova tecnologia) hanno acquisito un vantaggio competitivo praticamente incolmabile.
Provate a pensare a cosa succederà nel mercato bancario quando apparirà la prima banca cibernetica che si comporterà come Amazon o Google quando vi azzardate a cercare qualche oggetto non dico per comprarlo, ma solo per verificarne l’esistenza. Pensate che lo fanno oltre due miliardi di volte al giorno pur di tener aggiornato il vostro profilo di potenziale acquirente.
La Banca cibernetica conoscerà ogni singola transazione, idea, fabbisogno, difficoltà ecc. di ogni singolo cliente e sarà in grado di suggerire la migliore delle possibili soluzioni ad ognuno di essi, sempre.
Sarà veramente molto complicato farle concorrenza, a meno di non cominciare prima noi.