
Nel precedente articolo abbiamo parlato dell’esistenza di prodotti “cibernetici” in grado di scoprire costantemente l’eccellenza tramite l’analisi ripetitiva dei comportamenti degli individui e di distribuirla regolarmente agli altri utenti, garantendo il rispetto dell’applicazione pratica in ogni circostanza e, quindi, l’eccellenza dei risultati (cfr. Digital Lending nella Banche).
In questo senso, i prodotti “cibernetici” costituiscono la nuova frontiera della produttività e della competitività e definiscono una linea netta di demarcazione tra chi ne dispone e gli altri competitor.
D’accordo, e adesso cosa fare?
La risposta più semplice, alimentata dalla grande massa di stakeholder esterni collegati a questo business, è chiaramente: grande produttività, grande competitività, adottateli immediatamente.
Purtroppo, non funziona in questo modo. Ben lo sanno tutti coloro che hanno tentato di seguire le raccomandazioni dell’adozione di tecnologia cibernetica di ogni tipo senza tutti i “parafernalia” che si accompagnano a ogni normale operazione di change management, solo che in questo caso sono molto, molto più complicati.
Un piccolo esempio: immaginate di essere in tempi passati e di avere un sito dove si producono tessuti con la forza motrice derivata dall’acqua del ruscello che scorre accanto.
Avete sentito che esiste l’elettricità e che produce vantaggi strepitosi se la si rende disponibile nel sito e la si usa nella produzione del suddetto bene durevole. Immaginate per un attimo i problemi che avreste avuto in mancanza di esperienza sull’elettricità e sul suo uso ai fini industriali.
Elenchiamone i principali:
- Come procurarsi l’energia elettrica nel sito? Costruire una linea apposita, mettersi d’accordo con altri utenti per ridurre i costi, evitare di farla avere ai concorrenti per mantenere un vantaggio competitivo, trovare esperti di elettricità, di volt, watt, ecc.?
- Quale potenza sarà necessaria?
- Da dove prenderla e come distribuirla all’interno nel sito? Problemi di sicurezza?
- A quale strumento collegarla? Se uno strumento non è adeguato a operare con l’elettricità è necessario acquistare macchinari adatti ad operare con essa? Quanti prodotti devo fare per rientrare nei costi e per ottenere dei profitti?
- A chi vendere tutti questi nuovi prodotti? Come espandere il mercato? Quali venditori devo assumere?
- La nuova produzione con macchine “elettriche” eccezionalmente performanti genera problemi di approvvigionamento delle materie prime. Come trasporto le quantità necessarie?
- Quali problemi finanziari generano gli investimenti nelle nuove meraviglie dell’elettricità? Ce li possiamo permettere? Il nuovo business è in grado di alimentare flussi di cassa sufficienti per garantire la capacità di rimborso chiesta dalle banche?
Problemi decisamente banali elencati solo per innescare una riflessione sul tema.
Ora, perché l’adozione di prodotti cibernetici dovrebbe risultare più semplice e senza problemi?
In realtà, la situazione è molto più complessa ed articolata ed implica adeguata preparazione, determinazione, visione del futuro, gestione del cambiamento, riqualificazione del management e identificazione precisa della tipologia di vantaggi che si intendono ottenere dagli investimenti.
La cibernetica è la scienza per produrre eccellenza personalizzata
Nel nuovo paradigma creato dalla cibernetica non è più possibile comprare prodotti finiti già pronti per l’uso.
Sono disponibili ovviamente tecnologie di infrastruttura cibernetica ma non prodotti finiti che abbiano il compito di sviluppare e distribuire quell’eccellenza che la singola impresa ha deciso di adottare nella sua strategia di incremento di competitività contro gli altri competitor.
Quindi, ogni prodotto “cibernetico” produce eccellenza che deve essere personalizzata per gli obiettivi di competitività che si pone la specifica impresa. Esso deve essere sviluppato autonomamente da e per l’impresa e protetto come l’asset più prezioso, visto che è l’arma vincente per il proprio futuro.
Questa caratteristica del nuovo paradigma cibernetico, abitualmente tralasciata nella vulgata in atto, ha un impatto considerevole sulle imprese abituate a comprare prodotti IT già confezionati (normalmente all’estero) e, quindi, a tralasciare gli investimenti in risorse umane, aggiornate sulle nuove tendenze, da dedicare a consolidare la propria capacità autonoma di sviluppo.
Tra l’altro anche le strutture universitarie non hanno percepito le implicazioni dell’espansione cibernetica della società ed esiste, a livello mondiale, una cronica mancanza di esperti nel settore e di professori per i corsi di formazione adeguati alle esigenze.
Analytics translator: il nuovo ruolo indispensabile
Recentemente è apparso un articolo su HBR, redatto dalla McKinsey & Company, nel quale si evidenzia come la parte Analytics della cibernetica abbia creato un nuovo ruolo nell’impresa che è quello dell’Analytics Translator.
Il nuovo ruolo è indispensabile perché l’Analytics Translator è la persona che sa come sfruttare l’impiego delle numerose tecniche della Data Science per ottenere quel cambio di paradigma della competitività che giustifica gli investimenti nel settore.
Viceversa è in grado di interpretare e discriminare i risultati del trattamento “cibernetico”di grandi masse di dati (Big Data) per il miglioramento dell’eccellenza delle pratiche dell’impresa.
L’elenco degli skill dell’Analytics Translator è veramente impressionante e vanno dalla conoscenza del dominio dell’impresa, alla conoscenza molto approfondita della tecnologia cibernetica, alla capacità di gestione di progetti, a una buona dose di spirito imprenditoriale, ecc.
Siamo veramente nella situazione di adottare la sconosciuta elettricità nel nostro sito artigianale, dobbiamo cambiare i mezzi di produzione, capire cosa fare per la nostra impresa e trovare a chi rivolgerci in modo molto riservato per non far sapere ai concorrenti cosa stiamo facendo contro di loro.
ATW Achitettura concettuale
Per svolgere questo ruolo determinante di “traduzione” da un ambiente (business) ad un altro (tecnologia AI) è necessario che il ‘Analytics Translator disponga di tools adatti alla nuova esigenza e, come in ogni fenomeno di traduzione, disponga di una sorta di dizionario gestito oppoortunamente da un tool che abbiamo denominato ATW Analytics Translator Workbench.
L’ambiente da prender in considerazione è estremamente complesso per la sua natura ed è composto da un numero elevato di componenti da prendere in considerazione incluse le loro relazioni, i diversi attributi.
Inoltre è necessario prendere in considerazione il fatto che molte informazioni necessarie sono riportate in linguaggio naturale anche con termini molto diversi tra di loro e quindi con la necessità di provvedere oltre alla Ontologia della struttura di riferimento anche un Thesaurus del lemmi con il quale riuscire ad ottenere la estrazione automatica dei concetti da grandi masse di dati espressi anche in linguaggio naturale..
Oltre a queste considerazioni è necessario gestire in modo automatico una grande quantità di dati (Big Data) per elaborarli con tecniche di AI per identificare quella eccellenza di comportamenti che si intende scoprire con questo sistema.
Da un punto di vista concettuale l’ATW, almeno nella versione sviluppata dal nostro gruppo, dispone di tre sezioni principali:
- Data Capture, dedicata alla gestione delle attività relative alla identificazione, lettura e classificazione dei dati elementari,
- Interactive Support for Analytics Translators, una facility web- oriented sviluppata per facilitare il lavoro di selezione degli specialisti nella creazione di Ontologia, Lemmi e Thesaurus.
- Creating and Managing of the Profile, con le funzioni dedicate alla produzione del Profilo tramite i raccodi con le funzioni di ML e NLP.
Troppa confusione, aspettiamo che si chiarisca meglio il contesto
È veramente l’unica cosa che vi supplico di non fare.
Il percorso dell’introduzione della cibernetica in azienda, qualunque cosa questo significhi per voi, è un iter che ha passi definiti che non sono più evitabili perché non è possibile aspettare che gli altri sviluppino soluzioni per poi comprarle.
Nessuno svilupperà la vostra soluzione neanche per errore: ogni impresa deve svilupparsela da sola secondo le proprie esigenze e potenzialità.
Questo significa che chi comincia prima, se non commette errori particolarmente gravi, acquista un vantaggio che, come appare nel citato articolo della McKinsey & Company, è praticamente incolmabile.
Pensate solo a cosa significa oggi far concorrenza a Google, Amazon, Facebook, Ali Baba, ecc. tutte aziende esclusivamente cibernetiche da sempre.
Errato snobismo luddista
Esiste nel mercato un virus molto diffuso con effetti in alcuni casi molto pericolosi, che si concretizza nel quasi completo disinteresse da parte degli imprenditori e, in generale, dell’Alta Direzione nei confronti dell’IT e, a maggior ragione, nei confronti della cibernetica.
La cosa è tanto più incomprensibile se si pensa solo ai budget spesi per l’IT con risultati certamente non esaltanti, al fatto che si definiscono ed approvano piani strategici ambiziosissimi – il 25% dei quali non viene neanche terminato sebbene poggino su complesse tecnologie informatiche e su cospicui investimenti – nel totale disinteresse da parte dell’Alta Direzione, con un atteggiamento che ho definito “snobismo luddista”. (Il sig. Ludd nel ‘700 andava in giro a distruggere i telai automatizzati perché toglievano posti di lavoro agli operai del tempo.)
Non si può controllare ciò che non si capisce, ed è vostra responsabilità, oltre che vostro interesse, capire cos’è la Cibernetica non come un principiante qualunque. È necessario comprendere profondamente cosa significhi utilizzare gli strumenti cibernetici per espandere il business anche in altri settori o mercati, irrobustire la vostra competitività, incrementare la vostra produttività e come si deve gestire correttamente la cibernetica dalla vostra posizione di CEO che approvano budget ed investimenti milionari per ottenere i risultati previsti.
Un vecchio detto recitava “se non sai dove andare, è difficile che ci arrivi”.
In un mondo dove la crescita è una condizione di sopravvivenza, l’espansione si ottiene ormai sottraendo business alla concorrenza e, in un mondo globalizzato, non si è più in grado di “scrutare” i potenziali concorrenti come ci era consentito nel passato vista la loro vicinanza territoriale.
È necessario passare all’azione concreta di prendere coscienza almeno delle potenzialità reali che ci offre il nuovo paradigma.